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IA e lavoro: i neolaureati rischiano il posto?

L'intelligenza artificiale avanza rapidamente, minacciando i posti di lavoro entry-level. Scopri come questa rivoluzione tecnologica potrebbe influenzare il futuro dei giovani laureati e quali strategie adottare per navigare in questa tempesta.
  • Negli usa, disoccupazione neolaureati tocca picchi mai visti in 40 anni.
  • Dario Amodei (Anthropic) prevede disoccupazione giovanile al 20%.
  • Fastweb e Vodafone lanciano soluzioni AI per le imprese italiane.

Una crisi incombente per i neolaureati

Oggi, 31 maggio 2025, alle ore 08:49, ci troviamo di fronte a una realtà inquietante: l’Intelligenza Artificiale (IA) sta trasformando radicalmente il mondo del lavoro, con conseguenze potenzialmente devastanti per le nuove generazioni. Negli Stati Uniti, si parla già di una “mattanza dei colletti bianchi”, un’espressione forte per descrivere la crescente difficoltà dei neolaureati a trovare impiego. La percezione comune dell’IA come strumento di supporto creativo o di semplice automazione domestica oscura la sua capacità di sostituire, in molti casi, il lavoro umano, soprattutto quello entry-level.

Il problema è amplificato da una diffusa sottovalutazione della velocità con cui l’IA sta evolvendo. In soli sei mesi, i progressi in termini di affidabilità, velocità e precisione dei modelli sono stati esponenziali. Questo divario tra la percezione pubblica e la realtà tecnologica crea una situazione pericolosa, in cui milioni di giovani rischiano di trovarsi impreparati di fronte a un mercato del lavoro in rapida trasformazione.

Derek Thompson, noto giornalista della rivista The Atlantic, ha esaminato gli ultimi dati occupazionali negli Stati Uniti e scoperto un fenomeno preoccupante: un alto tasso di disoccupazione fra i neolaureati. Tradizionalmente, questo segmento della popolazione godeva invece di livelli inferiori rispetto alla media generale, grazie a fattori come costi del lavoro contenuti, abilità fresche ed entusiasmo nel cercare impiego. Ora però, il divario tra la disoccupazione globale e quella dei giovani laureati ha toccato picchi mai visti negli ultimi quarant’anni, suggellando l’emergere di una crisi senza paragoni.

Secondo Thompson, sembra che le aziende stiano indirizzandosi verso meccanismi automatizzati al fine di ridurre l’impiego giovanile. A tal proposito si può notare come studi legali facciano ricorso all’intelligenza artificiale per gestire compiti legati ai supporti legali; altre compagnie hanno osservato che piccoli gruppi composti da ragazzi ventenni insieme a ChatGPT possano generare risultati equivalenti a quelli ottenibili con ben venti laureandi; infine numerose imprese tech sono ora inclini ad assegnare attività di programmazione ad alcuni professionisti abili accompagnati dalla tecnologia IA. Tali sviluppi culminano in un netto calo delle possibilità d’inserimento per nuovi professionisti nel settore degli impiegati.

L’allarme di Dario Amodei: una potenziale ecatombe occupazionale

Dario Amodei, CEO di Anthropic, una delle aziende di intelligenza artificiale più influenti al mondo, ha lanciato un allarme ancora più preoccupante. Prevede che nei prossimi 1-5 anni, il tasso di disoccupazione tra i giovani laureati potrebbe raggiungere il 20%. Amodei condivide la visione di Thompson riguardo alla potenziale soppressione su larga scala di posti di lavoro nei settori tecnologico, finanziario, legale, della consulenza e in altre professioni impiegatizie, con un impatto particolarmente marcato sulle posizioni iniziali.

Secondo Amodei, questa rivoluzione è inarrestabile, ma ciò che colpisce è la scarsa attenzione generale al problema. Legislatori, amministratori delegati e lavoratori sembrano ignorare o sottovalutare i rischi posti dall’IA. Gran parte delle persone non è consapevole che questo cambiamento radicale è imminente.

Amodei prevede che aziende come OpenAI, Google e Anthropic continueranno a migliorare in maniera esponenziale le capacità dei loro modelli linguistici di grandi dimensioni (LLM), superando le performance umane in un numero crescente di compiti.

Gli esecutivi delle aziende assisteranno ai vantaggi economici legati alla transizione dall’impiego umano all’intelligenza artificiale e prenderanno decisioni drastiche: fermeranno il processo di assunzione e procederanno alla sostituzione della forza lavoro con soluzioni automatizzate come gli agenti IA.

In questa fase iniziale, i sistemi di intelligenza artificiale vengono prevalentemente impiegati per sostenere le competenze umane, operando in modo analogo ai neolaureati o ai diplomati. Tuttavia, è probabile che col tempo anche coloro che oggi occupano un posto di lavoro possano trovarsi in una posizione precaria. La battaglia per lo sviluppo degli agenti IA ha già preso avvio: si tratta infatti di software alimentati da LLM pronti a eseguire attività normalmente demandate agli esseri umani in maniera rapida, continuativa e incredibilmente più economica.

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  • 🚀 L'IA può davvero spazzare via i neolaureati? Forse no......
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  • 🤔 E se l'IA creasse lavori che non immaginiamo nemmeno......

L’Italia si prepara: Fastweb e Vodafone lanciano soluzioni AI per le imprese

Anche in Italia, la rivoluzione dell’IA è in atto. Fastweb e Vodafone hanno presentato alle imprese una suite completa di strumenti basati sull’IA, un ecosistema integrato con infrastrutture proprietarie come la “FastwebAI Factory” e un modello linguistico appositamente addestrato sull’italiano denominato “FastwebMIIA”. Questa piattaforma, orientata alla “Generative AI Productivity”, ha lo scopo di “migliorare significativamente l’efficienza del lavoro delle persone”.

Sebbene Fastweb e Vodafone non abbiano dichiarato esplicitamente che le loro soluzioni possono sostituire persone o ridurre le assunzioni, le proposte presentate suggeriscono che le aziende potrebbero considerare questa possibilità. Un assistente AI per facilitare la collaborazione in team potrebbe snellire le attività di coordinamento progettuale o di segreteria organizzativa, mentre un tool AI per l’analisi avanzata di documenti potrebbe automatizzare mansioni oggi svolte da analisti junior, paralegali o impiegati amministrativi.

Forse l’aspetto più in linea con la prospettiva di un’IA che “occuperà” posizioni lavorative è il servizio “FastwebAI Agents”. *Questa piattaforma di sviluppo, con un approccio che minimizza o elimina la necessità di codice, permette ai gruppi di lavoro di ideare, strutturare e rendere automatici processi basati sull’intelligenza artificiale, oltre a controllare entità software intelligenti, concepite per portare a termine mansioni ben precise e risolvere problematiche in maniera indipendente.* Interi flussi di lavoro oggi gestiti da operatori di back-office, addetti al data entry o personale addetto alla gestione di pratiche amministrative ripetitive potrebbero essere affidati a questi agenti autonomi con un minimo di supervisione umana.

Navigare la tempesta: strategie per un futuro del lavoro sostenibile

Siamo di fronte a una rivoluzione inarrestabile, ma che può essere rallentata e gestita. È imperativo che governi e imprese comunichino con maggiore trasparenza i cambiamenti in atto e supportino i lavoratori nel comprendere come l’IA possa potenziare le loro attuali competenze per incrementare la produttività. L’obiettivo dovrebbe essere “uomo + IA = più fatturato e maggiori utili”, evitando che l’equazione diventi “IA al posto dell’uomo = stesso fatturato ma più utili”.

È fondamentale che la classe politica comprenda e affronti la problematica, evitando di sminuirla a causa di un’insufficiente informazione. Nessuno può fermare l’avanzata dell’IA, ma è possibile dirigerla, imprimendo una leggera deviazione rispetto alla rotta attuale.

Una contrattazione collettiva efficace costituisce un elemento essenziale per far fronte alle sfide del panorama lavorativo contemporaneo, profondamente influenzato dall’intelligenza artificiale e dall’automazione dei processi. È indispensabile edificare nuove forme di protezione, crescita professionale e personale, dotando i lavoratori degli strumenti necessari per un impiego consapevole delle tecnologie. Investire sulla persona significa valorizzare le capacità, favorire l’aggiornamento e promuovere una cultura dell’innovazione condivisa. La negoziazione sindacale a livello collettivo deve evolvere in uno strumento strategico per un modello di sviluppo in cui tecnologia e contributo umano coesistano in un rapporto sinergico e positivo.

Amici lettori, riflettiamo insieme su questo scenario. L’IA, in fondo, è un algoritmo complesso, una serie di istruzioni che permettono a una macchina di “imparare” e svolgere compiti. Una nozione base di tecnologia correlata è il machine learning, ovvero la capacità dell’IA di migliorare le proprie prestazioni nel tempo, senza essere esplicitamente programmata per ogni singolo compito.

Ma spingiamoci oltre. Una nozione di tecnologia avanzata applicabile è l’IA spiegabile (XAI). Questa branca dell’IA si concentra sulla creazione di modelli che siano non solo performanti, ma anche comprensibili agli esseri umani. In un futuro in cui l’IA prenderà decisioni sempre più importanti, sarà fondamentale capire come e perché queste decisioni vengono prese.

L’XAI potrebbe rappresentare il fulcro essenziale per assicurare che l’IA venga impiegata con criteri di eticità e responsabilità, prevenendo così discriminazioni e pregiudizi.

Il vero compito consiste nel convertire il timore in chance, l’automazione in sinergia, e rendere l’IA una risorsa strategica verso un avvenire professionale più giusto e favorevole a ciascuno.


Articolo e immagini generati dall’AI, senza interventi da parte dell’essere umano. Le immagini, create dall’AI, potrebbero avere poca o scarsa attinenza con il suo contenuto.(scopri di più)
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