E-Mail: [email protected]
- Ogni anno, circa 12 milioni di indiani entrano nel mercato.
- Solo il 4,7% della forza lavoro ha competenze richieste.
- Programma 'Skill India': formare 250 milioni entro il 2022.
L’onda inarrestabile dell’automazione: un’analisi dell’impatto sul mercato del lavoro indiano
L’india, una nazione che fonde con maestria il fascino delle tradizioni millenarie con l’ambizione di un futuro all’avanguardia, si trova oggi di fronte a una sfida epocale. L’automazione, alimentata dalla crescente potenza dell’intelligenza artificiale, sta progressivamente trasformando il panorama del mercato del lavoro, sollevando interrogativi cruciali sul futuro occupazionale e sulla necessità di un’adeguata preparazione per affrontare questo cambiamento. Ma quali sono i settori più esposti a questa trasformazione? E come si stanno preparando i lavoratori indiani per affrontare questa nuova realtà? L’obiettivo di questo articolo è quello di fornire un’analisi approfondita di questi aspetti, esaminando le strategie messe in atto dal governo e le iniziative di formazione volte a facilitare questa transizione.
La digitalizzazione sta rimodellando radicalmente il contesto lavorativo in India, un paese che si distingue per il suo dinamismo demografico e le sue ambizioni di crescita. Ogni anno, circa 12 milioni di indiani entrano nel mercato del lavoro, e si stima che ci siano circa 200 milioni di persone nella fascia d’età compresa tra i 24 e i 35 anni. Entro il 2030, si prevede che un terzo della popolazione mondiale in età lavorativa sarà indiana. Questa prospettiva demografica rende cruciale l’investimento nell’istruzione e nella formazione professionale dei giovani, al fine di garantire loro le competenze necessarie per competere in un mercato del lavoro sempre più automatizzato. In risposta a questa sfida, il governo indiano ha lanciato nel 2014 il programma “Make in India”, con l’obiettivo di incrementare il contributo del settore manifatturiero al PIL nazionale dal 18% al 25% e di aumentare le esportazioni da 300 miliardi di dollari a 700 miliardi di dollari entro il 2022. Tuttavia, questo ambizioso progetto si è scontrato con una dura realtà: solo il 4,7% della forza lavoro indiana possiede le competenze richieste dal mercato. Per colmare questo divario, nel 2015 è stato lanciato il programma “Skill India”, con l’obiettivo di formare 250 milioni di professionisti, operai specializzati e manodopera qualificata entro il 2022. Questi numeri imponenti evidenziano il grande potenziale, ma anche le sfide che il settore dell’istruzione e della formazione professionale deve affrontare in India. Il mercato del lavoro indiano è caratterizzato da una certa fragilità sistemica, che compromette la capacità del paese di raggiungere gli obiettivi prefissati. Nonostante una crescita economica del 7,1% nel periodo 2017-2018, nello stesso periodo il tasso di disoccupazione è aumentato dal 3,89% al 6,75%.

Settori a rischio: la vulnerabilità di fronte all’automazione
Diversi settori dell’economia indiana si trovano ad affrontare una crescente vulnerabilità di fronte alla crescente adozione dell’automazione. Il settore manifatturiero, caratterizzato da processi ripetitivi e standardizzati, è particolarmente esposto al rischio di sostituzione della manodopera umana con macchinari automatizzati e robot. Anche il settore dei servizi, che costituisce una parte significativa dell’economia indiana, è sempre più a rischio. Call center, back office e persino alcune funzioni di sviluppo software potrebbero subire una drastica riduzione del personale a causa dell’implementazione di soluzioni basate sull’intelligenza artificiale. In questo scenario, è fondamentale che i lavoratori si preparino ad affrontare questa trasformazione, acquisendo nuove competenze e adattandosi alle nuove esigenze del mercato del lavoro.
L’india si sta impegnando a fondo per trasformarsi in una potenza digitale attraverso l’iniziativa “India 4.0”. Questa ambiziosa strategia mira a integrare le tecnologie digitali in tutti i settori dell’economia, con l’obiettivo di migliorare la produttività, l’efficienza e la competitività. Tuttavia, è fondamentale evitare che questa trasformazione digitale crei una frattura sociale, con una parte della popolazione che beneficia delle nuove opportunità e un’altra che viene lasciata indietro. L’accelerazione della digitalizzazione, amplificata dalla pandemia di Covid-19, potrebbe esacerbare le disuguaglianze esistenti, creando una società a due velocità. È quindi essenziale che il governo adotti politiche inclusive, che garantiscano a tutti i cittadini l’accesso all’istruzione, alla formazione e alle opportunità di lavoro nell’era digitale. Il National Informatics Centre (NIC), sotto la guida del Ministero dell’elettronica e della tecnologia dell’informazione, sta giocando un ruolo cruciale nel promuovere il progresso tecnologico, sviluppare nuove soluzioni e fornire consulenza ai singoli settori sulle strategie di azione e sull’adozione di tecnologie appropriate. L’india ha adottato un sistema centralizzato per creare un registro/database di dati a livello nazionale, che include registri delle patenti di guida dei veicoli, dei beneficiari della distribuzione pubblica e registri sanitari. Progetti come eChallan, e-Way Bill e eTransport dimostrano i vantaggi del sistema anagrafico nazionale. Inoltre, è stato sviluppato un solido sistema di pagamento, il Sistema di Gestione delle Finanze Pubbliche (PFMS), per creare una piattaforma sicura ed efficiente per i pagamenti diretti ai beneficiari.
Le strategie governative: tra formazione e adattamento
Di fronte alla sfida dell’automazione, il governo indiano ha messo in atto una serie di politiche e iniziative volte a supportare i lavoratori nella transizione verso nuove professioni. Il programma “Skill India” rappresenta un pilastro fondamentale di questa strategia, con l’obiettivo di formare milioni di persone alle competenze richieste dal mercato del lavoro del futuro. Tuttavia, è importante considerare che solo una piccola percentuale della forza lavoro indiana possiede attualmente le competenze necessarie per competere in un ambiente lavorativo sempre più automatizzato. Questo evidenzia la necessità di un impegno ancora maggiore nella formazione e nell’istruzione, al fine di garantire che tutti i cittadini abbiano l’opportunità di beneficiare delle nuove opportunità create dalla tecnologia. Un sistema di gestione delle finanze pubbliche è in corso di sviluppo, con l’obiettivo di creare una piattaforma sicura ed efficiente per i pagamenti diretti ai beneficiari.
Il sistema giudiziario indiano è stato trasformato dal sistema eCourts e dal National Judicial Data Grid (NJDG), che hanno accelerato i tempi del sistema giudiziario e migliorato la trasparenza. Anche l’industria farmaceutica indiana ha registrato una crescita a due cifre dopo la pandemia, grazie ai progressi tecnologici. Il progetto “Engage with Science”, lanciato nel novembre 2021, e la collaborazione tra l’Atal Innovation Mission e Vigyan Prasar mirano a creare una piattaforma unica per i giovani adulti. Nel luglio 2021, l’ISRO ha lanciato il satellite di geo immagine “EOS-03”, che consentirà di monitorare in tempo quasi reale i disastri naturali. La Deep Ocean Mission (DOM) è un progetto multidisciplinare per lo sviluppo di tecnologie per le profondità marine, finalizzato alla ricerca ed esplorazione in mare aperto. Inoltre, la “tecnologia di irradiazione gamma” per la conservazione degli alimenti rappresenta un’altra area di ricerca in cui l’India sta investendo. L’india sta anche investendo nella tecnologia quantistica e affidando a operatori privati lo sviluppo di progetti di calcolo quantistico. Si prevede che nel 2022 si arriverà a sviluppare il “calcolo neuromorfico”, che applicherà le nozioni di neuroscienze per stimolare l’intelligenza umana e imitare le capacità umane. Questa tecnologia all’avanguardia potrebbe portare grandi vantaggi al sistema sanitario indiano, risolvendo anche il problema della carenza di personale. L’alto numero di consumatori e la digitalizzazione dell’economia hanno aumentato il consumo e la produzione di dati, trasformando l’acquisto, la vendita, la creazione e la consegna di dati in un’industria multimilionaria. Per soddisfare questa vasta esigenza di consumo, l’India sta cercando di sviluppare e rafforzare le proprie piattaforme Cloud pubbliche.
Oltre i confini indiani: implicazioni globali dell’automazione
L’impatto dell’automazione sul mercato del lavoro indiano non è un fenomeno isolato, ma rappresenta un esempio di una tendenza globale che sta trasformando le economie di tutto il mondo. L’india, con la sua vasta popolazione e il suo rapido sviluppo tecnologico, funge da laboratorio a cielo aperto per osservare gli effetti dell’automazione su larga scala. Le sfide e le opportunità che l’india si trova ad affrontare in questo contesto possono fornire preziose lezioni per altri paesi che si trovano ad affrontare una simile trasformazione. È fondamentale che i governi, le imprese e i lavoratori collaborino per sviluppare strategie che consentano di sfruttare i vantaggi dell’automazione, mitigando al contempo i rischi per l’occupazione e la disuguaglianza. La connessione ad alta velocità sta rapidamente modernizzando i settori pubblici e privati del paese. Il progetto iRASTE mira a ridurre gli incidenti stradali attraverso l’intelligenza artificiale. Le automobili intelligenti, connesse tramite Cloud a bordo strada e abilitate al 5G, offriranno numerosi vantaggi in termini di sicurezza stradale e riduzione del consumo di carburante. La “Smart Cities Mission” del governo mira a creare una nazione più tecnologica, favorita dalle tecnologie CAS (sistemi anticollisione) e ADAS (sistemi avanzati di assistenza alla guida). L’india sta anche esplorando il metaverso, una combinazione di realtà aumentata e virtuale, che potrebbe dare slancio al mondo del gaming, dell’intrattenimento e dei servizi militari e di difesa. Tuttavia, è necessario sviluppare un regolamento per creare una piattaforma sicura per il trasferimento di beni digitali, comprese le criptovalute.
Un futuro da costruire: tra tecnologia e umanità
L’india si trova di fronte a una scelta cruciale: abbracciare la tecnologia senza riserve, rischiando di creare una società polarizzata, oppure trovare un equilibrio tra innovazione e inclusione sociale. La sfida è quella di costruire un futuro in cui la tecnologia sia al servizio dell’umanità, creando nuove opportunità di lavoro, migliorando la qualità della vita e riducendo le disuguaglianze. Questo richiede un impegno congiunto da parte del governo, delle imprese e dei lavoratori, che devono collaborare per sviluppare politiche, programmi e iniziative che consentano a tutti di beneficiare dei vantaggi della rivoluzione digitale.
Se pensiamo a tutto questo, è facile capire come, alla base di molte di queste trasformazioni, ci sia una nozione fondamentale: l’algoritmo. Un algoritmo è semplicemente una serie di istruzioni che un computer segue per risolvere un problema o eseguire un compito. Dagli algoritmi che gestiscono i motori di ricerca a quelli che automatizzano i processi industriali, gli algoritmi sono il cuore pulsante della tecnologia moderna. Se volessimo spingerci oltre, potremmo parlare di reti neurali artificiali, modelli computazionali ispirati al funzionamento del cervello umano, capaci di apprendere e adattarsi ai cambiamenti, aprendo nuove frontiere nell’intelligenza artificiale e nell’automazione.
La transizione che l’India sta vivendo in questi anni, ci ricorda che l’innovazione tecnologica, per quanto ineluttabile, deve essere governata con saggezza e responsabilità.







