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- Vulnerabilità CVE-2025-53770: hacker accedono senza autenticazione.
- ACN avverte: urgenti patch per la falla.
- NNSA Usa colpita: dati non compromessi.
- Microsoft accusa i gruppi hacker cinesi Linen Typhoon.
- CISA impone protezione server o disconnessione entro il 23 luglio.
SharePoint nel Mirino di Attacchi Globali
Nell’ambito della cybersicurezza si registra ora una seria problematica legata a una vulnerabilità allarmante presente in SharePoint, noto strumento collaborativo sviluppato da Microsoft e ampiamente adottato non solo da istituzioni governative ma anche da enormi corporation ed entità critiche globalmente. Tale falla viene designata con il codice identificativo CVE-2025-53770, risultando capace potenzialmente di mettere in pericolo informazioni sensibili ed essenziali nei confronti dell’informatica maligna su larga scala.
I dettagli tecnici indicano che il difetto è situato nella sezione della piattaforma rappresentativa del percorso /ToolPane, consentendo ad eventuali aggressori l’esecuzione remota di codici arbitrari senza necessitare di alcun tipo d’autenticazione preliminare. Ciò implica che attraverso delle semplici richieste web modificate appositamente per tale scopo, è possibile ai criminal hacker intrufolarsi nei sistemi prescelti acquisendo accesso totale ai dati confidenziali presenti nel dispositivo compromesso. A fronte dell’emergenza dichiarata dall’Agenzia per la Cybersicurezza Nazionale (ACN), sono state date indicazioni chiare agli organismi affetti riguardo all’urgenza dell’implementazione delle patch predisposte dalla casa madre Microsoft; nondimeno, parecchi specialisti manifestano incertezze sul pieno successo degli interventi correttivi così applicati, evidenziando come sia imprescindibile mantenere alti standard d’attenzione e provvedimenti aggiuntivi sul piano della sicurezza.
SharePoint: il Cuore Digitale a Rischio
Pierguido Iezzi, nella sua veste di direttore Cybersecurity presso Maticmind, pone in evidenza come SharePoint funzioni da centro nevralgico per molteplici enti italiani; tra questi rientrano ministeri e governi locali oltre a industrie energetiche e istituti bancari. Un’eventuale compromissione della piattaforma potrebbe generare non solo un vasto barricamento amministrativo, ma anche disservizi ai servizi cruciali e perdite irreparabili di informazioni strategiche. Le incognite crescono se consideriamo le ipotesi sulle ragioni dietro tali aggressioni informatiche: specialisti del settore avanzano l’idea che queste azioni possano essere interpretate come risposte al depotenziamento delle strutture filorusse oppure come prove atte a verificare le tempistiche reattive insieme alla robustezza del panorama digitale nazionale.
A sua volta, nel contesto statunitense, la National Nuclear Security Administration (NNSA), ente preposto alla custodia dell’arsenale nucleare degli Stati Uniti d’America, è rimasta vittima dello stesso assalto mirante a SharePoint. Anche se i segreti militari sono rimasti salvi durante l’incidente, a questo si accompagnano però timori riguardo alla fragilità delle forniture digitalizzate all’interno dei settori più critici del governo statunitense.
Microsoft ha identificato le responsabilità degli attacchi riconducendole a tre collettivi di hacker supportati dalla Cina: Linen Typhoon, Violet Typhoon e Storm-2603. Tali gruppi si contraddistinguono per operazioni finalizzate allo spionaggio, al furto di informazioni riservate relative alla proprietà intellettuale e, occasionalmente, alla propagazione di ransomware.

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La Risposta di Microsoft e le Contromisure Internazionali
Microsoft ha rilasciato tempestivamente delle patch per correggere le vulnerabilità in SharePoint, ma gli hacker hanno dimostrato di essere in grado di aggirare queste protezioni, sfruttando metodi alternativi per infiltrarsi nei sistemi. L’azienda di Redmond ha accusato i gruppi di hacker cinesi Linen Typhoon e Violet Typhoon, attivi da oltre un decennio, di essere responsabili degli attacchi. Questi gruppi si sono concentrati principalmente sul furto di proprietà intellettuale e sullo spionaggio, mentre il gruppo Storm-2603, anch’esso con base in Cina, ha precedenti nella distribuzione di ransomware. Microsoft ha sottolineato che gli attacchi hanno colpito solo le installazioni di SharePoint locali, senza impatto sul servizio SharePoint Online basato su cloud.
Successivamente agli attacchi, Microsoft ha urgentemente distribuito un secondo set di correzioni, esortando gli utenti a implementarle senza indugio e a rigenerare le credenziali di accesso per bloccare ogni accesso non autorizzato.
In un recente comunicato, la CISA, l’autorità federale americana responsabile della cybersecurity, ha imposto a tutti gli enti pubblici statunitensi di adottare misure di protezione sui loro server o procedere alla loro disconnessione entro il 23 luglio. Simili avvisi sono stati emessi anche da NHS UK, dall’Agenzia europea per la cybersicurezza e da numerosi organismi del tipo CERT negli Stati Uniti. Questa vicenda ha rinnovato l’interesse riguardo agli impegni assunti da Microsoft nel rafforzamento delle proprie difese informatiche, dopo aver affrontato una serie di gravi incidenti nella sicurezza dei dati. A tal fine, l’azienda sta integrando figure professionali provenienti dal settore pubblico ed organizza regolarmente incontri settimanali con i vertici aziendali volti a migliorare la resilienza del suo software.
Verso un Nuovo Paradigma di Cybersicurezza: Resilienza e Collaborazione
L’assalto a SharePoint costituisce un sinalefico avvertimento nel panorama della cybersicurezza a livello mondiale. Il fatto che una piattaforma tanto pervasiva – adottata da istituzioni pubbliche nonché da imprese delle più varie dimensioni – si riveli vulnerabile sottolinea l’urgenza del passaggio a strategie più proattive ed efficaci riguardo alla sicurezza informatica. Affidarsi soltanto alle patch o agli aggiornamenti forniti dai produttori non basta; è essenziale introdurre tecnologie avanzate nella difesa dei dati, garantire il monitoraggio continuo dei sistemi informatici ed instaurare uno scambio aperto d’informazioni riguardanti le minacce all’interno della comunità esperta.
A fronte di queste sfide emergenti, il concetto stesso di resilienza assume un’importanza capitale. È imperativo che le organizzazioni siano pronte ad individuare celermente eventuali attacchi cybernetici, limitando al massimo i danni subiti prima dell’immediato ripristino operativo dei loro sistemi IT. In aggiunta, rafforzare le sinergie tra settori pubblico e privato si rivela cruciale: ciò permette non solo il trasferimento tempestivo delle conoscenze sui rischi potenziali ma anche lo sviluppo collettivo delle innovazioni in ambito sicurezza oltre alla formazione mirata degli specialisti operanti nella sfera della cybersicurezza.
Solo attraverso un impegno congiunto e una visione strategica sarà possibile proteggere il nostro mondo digitale dalle minacce sempre più sofisticate e pervasive.
Amici lettori, riflettiamo un attimo su questa vicenda. La falla in SharePoint ci ricorda che nessun sistema è inviolabile, nemmeno quelli sviluppati dai giganti della tecnologia. Un concetto base da tenere sempre a mente è la crittografia: proteggere i dati con algoritmi complessi rende molto più difficile per gli hacker leggerli e utilizzarli, anche se riescono a infiltrarsi nei sistemi. A un livello più avanzato, possiamo parlare di “zero trust architecture”, un approccio alla sicurezza che presuppone che ogni utente e dispositivo, sia interno che esterno alla rete, sia potenzialmente una minaccia. Questo significa che ogni accesso deve essere verificato e autorizzato, indipendentemente dalla sua origine. La cybersicurezza è un tema complesso e in continua evoluzione, ma con un po’ di consapevolezza e le giuste precauzioni, possiamo proteggere noi stessi e le nostre informazioni nel mondo digitale.








